Attività
Quando riesce a stare seduto il bambino porta volentieri alla bocca gli oggetti che trova...
Per lui è indispensabile leccarli, succhiarli per scoprirne la forma, la consistenza, la superficie. In comunità si pone subito il problema dell’igiene, ma al tempo stesso questa esperienza va assicurata con una ricchezza di oggetti molto diversi tra loro a cominciare dalla materia prima. Prepariamo così il “cestino dei tesori”.
Diamo prevalentemente materiali naturali contenuti in un cesto senza manici, ad uno o due bambini contemporaneamente seduti vicini, senza insegnare, senza suggerire, senza scegliere noi e mettere in mano. Il bambino anche a 6/7 mesi è in grado di prendere da solo un oggetto per lui interessante.


Nel secondo anno di vita diventa importante fornire al bambino materiale che può soddisfare il suo urgente bisogno di esplorare
…a sempre più ampio ed autonomo raggio, il nuovo bisogno di imparare come gli oggetti “si comportano” in quello spazio.
L’abilità nell’usare le mani – fase di esperienza acquisita con l’uso del cestino dei tesori – deve essere ora integrata dalle opportunità della mobilità.
Questa nuova conquista permette al bambino di andarsi a cercare sempre nuovi oggetti con cui sperimentare.
Ora mentre egli si muove per prendere un oggetto il suo pensiero sarà “cosa posso fare con questo?”.
E’ precisamente questo che un bambino fa, spontaneamente, senza esservi indirizzato da adulti purché possa accedere a materiali veramente “esplorabili” che stimolino la sua immaginazione ad inventare una qualche loro utilità. Si propone così la nuova attività col nome di “gioco euristico”, un’attività che favorisce lo sviluppo di scoperte tridimensionali collegate a deduttiva razionalità.
Alla fine del secondo anno di vita il bambino nel suo lavoro esplorativo compie un salto di immaginazione; comincia a usare gli oggetti “come se fosse”, inizia quello che viene chiamato “il gioco simbolico”:
momento di gioco nel quale il bambino rappresenta il mondo dell’adulto usando il suo pensiero, mettendo in atto le sue emozioni, la sua esperienza, la sua capacità osservativa, in questo momento l’adulto deve cercare di entrare il meno possibile.
Ne scaturiscono giochi molto divertenti che permettono ai bambini di riprodurre la propria esperienza, l’attività dei genitori, fratelli, nonni (il gioco dei travestimenti e dei mestieri), utilizza giochi e oggetti come cappelli, borse, scarpe, occhiali, copie di elettrodomestici di uso comune, ecc…; il bambino affronta così le frustrazioni ed elabora i conflitti che nascono nella relazione con l’adulto e il mondo esterno.


La luce disegna, lascia tracce, impressiona corpi e oggetti...
La magia dei giochi luce/ombra cattura i bambini che attraverso questo semplice strumento scoprono il proprio corpo proiettato verso l’eterno e con il quale interagiscono.
Così può accadere di vedere lo stupore nei loro occhi pensando di avere tra le mani la luce o di poterla assaporare giocando con un tavolino costruito da noi con l’aiuto dei genitori.
I libri diventano un buon mezzo di comunicazione, occasione di scambio e di dialogo, dunque importante nutrimento sonoro ed immaginativo per il bambino...
In questo senso l’adulto dovrà essere attento a proporre libri al bambino fin dai primi mesi di vita; saper, inizialmente, raccontare storie, sfogliare insieme al bambino piccoli libri cartonati per guardare foto, immagini di animali, persone, oggetti della vita quotidiana, ecc…….
In seguito, si possono proporre libri con storie minime, per passare poi a libri più complessi nei quali sono rappresentate storie divertenti o che facciano ridere, storie di vicende quotidiane e non, piccole avventure su temi diversi nei quali il bambino possa in qualche modo identificarsi, libri ricchi di particolari.


Introduciamo tecniche di rilassamento e mindfulness per i bambini dai 17 ai 36 mesi..
Queste pratiche aiutano i bambini a ridurre l’agitazione, aumentare la consapevolezza del corpo e migliorare la concentrazione. L’ambiente è confortevole, con materassini e musica dolce di sottofondo, favorendo il benessere psicofisico.
Organizziamo sessioni settimanali di gioco in inglese per bambini dai 16 ai 36 mesi...
Utilizzando la “Magic Box”, canzoni e giochi interattivi, i bambini sono introdotti alla lingua inglese in modo naturale e divertente, sfruttando la loro predisposizione all’apprendimento linguistico in età precoce.


Collaboriamo con i centri diurni per anziani e case di riposo presenti nel territorio per promuovere attività intergenerazionali...
I bambini interagiscono con gli anziani partecipando a diverse attività comuni. Questo progetto favorisce il rispetto per gli anziani e arricchisce l’esperienza dei bambini con disabilità, offrendo loro momenti di interazione e responsabilità.
I bambini hanno a disposizione materiali per tracciare e disegnare liberamente, come specchi, creme e gessetti...
L’atelier di pittura del nido offre uno spazio dedicato dove i bambini possono esprimersi creativamente senza giudizi, sviluppando la motricità fine e l’individualità.


Il Nido Archè cerca di creare un’atmosfera ottimale per il gioco spontaneo del bambino, così che il bambino possa scegliere il gioco posto su scaffali alla sua portata, leggero e sicuro ..
…(costruzioni, libri tematici da sfogliare, incastri, ecc), l‘educatrice ha il ruolo di agevolarne lo svolgimento, lasciando al bambino la possibilità di iniziare e finire un gioco. Avere a disposizione un adulto attento ma che non interviene, incoraggia le attività spontanee auto gestite; è un momento molto importante di osservazione, in quanto possono emergere aspetti relazionali particolari.
Molti giochi presenti in asilo nido vengono creati dalle educatrici sulla base delle osservazioni dei bambini, utilizzando materiali di recupero che anche i genitori ci aiutano a reperire.
Attraverso la manipolazione il bambino scopre sé stesso, gli altri oggetti, percepisce le forme, il peso, la resistenza, la temperatura delle cose, ciò che gli sta intorno.
Manipolando varie sostanze (didò, pasta di sale) con consistenza e utilizzo diversi, il bambino può sperimentare le infinite possibilità di modificare, trasformare i materiali proposti.
Può scoprire come si comportano i materiali versandoli, picchiettandoli, impastandoli, bucandoli …. A volte cercando anche di mangiarli.
Il “pasticciare”, lo sporcarsi ha per il bambino una valenza educativa molto alta; in realtà il bambino scopre sé stesso ed il mondo che lo circonda: “le cose le posso usare e modificare e sono “io” a farlo” oppure “la mia mano c’è ancora! Eccola sotto la sabbia!!!”
Noi adulti abbiamo il compito di favorire questa esperienza anche se a volte non la comprendiamo o facciamo fatica ad accettare.
È scelta dell’asilo Nido Archè non proporre la manipolazione di alimenti (quali yogurt, pasta o riso) fino a quando al bambino non è ancora chiara la distinzione momento del gioco e momento del pranzo, in modo da non confonderlo e incentivarlo a giocare a tavola con il cibo.
Presso la struttura ci sono numerosi tavoli che offrono la possibilità giornaliera di manipolare materiali naturali, quali pigne, legnetti, farine, conchiglie, etc.


Tra i 12 e i 15 mesi il bambino inizia ad essere affascinato ed attratto dai nostri gesti quotidiani. Inizia a sentirsi pronto e in grado di imitare le attività degli adulti.
Vorrebbe, infatti, partecipare alla vita reale e ai gesti concreti che vede ruotare attorno a lui. I giochi certamente lo interessano, ma ha bisogno di utilizzare le mani, per esplorare e sperimentare. Offriamogli, allora, la possibilità di starci accanto in queste azioni concrete, facendolo sentire capace e dandogli l’opportunità di “fare da solo”, come lui desidera nel profondo di sé stesso.
Gli esercizi di vita pratica sono tutte quelle attività che facciamo quotidianamente e che il bambino può imparare a compiere da solo per diventare autonomo.
Allo stesso tempo egli impara il corretto utilizzo degli oggetti e allena il movimento fino della mano e del corpo nello spazio. La caratteristica fondamentale delle attività Montessori è che il bambino abbia a disposizione strumenti e oggetti “veri”, con i quali compiere delle azioni reali e non simulate. Impara ad avere fiducia nelle proprie potenzialità, a concentrarsi e sentirsi indipendente.
Controllerà i propri muscoli e osservandone il risultato, imparerà a dosarne la forza e regolarizzerà i propri movimenti. Un esempio può essere la cura del sé. Invece di vestire, pettinare, lavare, il bambino come fosse un bambolotto, facciamolo insieme a lui.
Prepariamo piccoli spazi che gli offriranno la possibilità di compiere semplici e brevi gesti da solo. Il bambino che può prendersi cura di sé, sarà sereno e libero. Diamogli la possibilità di: vestirsi da solo, lavarsi i denti, pettinarsi, sistemare i vestiti, lavarsi le mani, imparare l’igiene personale.
La stessa cosa vale per la cura dell’ambiente. Se il bambino viene coinvolto nell’ambiente in cui vive, sarà naturalmente predisposto a prendersene cura. Tutto questo può avvenire attraverso la collaborazione, che sarà l’unico modo per permettere al bambino di fare da solo. Le attività che possiamo proporre, in vari modi, sono: l’utilizzo della spugna, lavare i vetri, spazzare, preparare la tavola, prendersi cura di una pianta, stendere la biancheria.
Le attività di vita pratica rispondono al bisogno di movimento finalizzato ad uno scopo reale, inoltre la vita pratica piace perché consente di imitare l’adulto nelle attività quotidiane, ma anche perché è motivo di grande soddisfazione personale: un piccolo sforzo determina un visibile risultato. Inoltre, attraverso la vita pratica, i bambini conquistano quell’autonomia personale che progressivamente li libera dalla dipendenza dall’adulto.